mercoledì 19 febbraio 2020


Drama in Education 




Venerdì 7 febbraio, si è tenuto l'ultimo del ciclo d'incontri di " Drama in Education" dal titolo "L'approdo" tenuto dall'esperta Elisabetta Ticcò. 
Il suddetto, insieme ai precedenti incontri, svoltisi nei giorni del 24 e 31 gennaio dalle 15.00 alle 17.00 presso la sede principale del Servizio Civile (via Andrea Costa 38/a, Mestre), hanno visto una partecipazione massiccia da parte dei volontari e della cittadinanza alle tre lezioni. 
Il corso si prefissava l'obiettivo, ampliamente superato, di produrre nello spettatore una maggiore empatia e consapevolezza nella visione di immagini e scene consapevolmente costruite sulla base di determinati argomenti che spaziano dall'immigrazione per cause di forza maggiore e dunque tutti gli altri temi che da questa ne derivano, come ad esempio le discriminazioni, il razzismo, l'abbandono. 
Ma anche, maggiore consapevolezza di pensiero nei partecipanti che le scene le hanno pensate e messe in atto attraverso un dialogo di pensiero peraltro molto veloce, poiché per ogni sessione erano previsti pochi minuti per scena prodotta. In definitiva è stata un'esperienza sicuramente stimolante, creativa e soprattutto educativa.


venerdì 14 febbraio 2020

Un caso di disobbedienza 'incivile'

Perchè parlare al giorno d'oggi di disobbedienza incivile? E poi, non c'è qualcosa di insolito in questa definizione? Di solito non si parla di disobbedienza 'civile'? Il nostro pensiero parte immediatamente per un viaggio, e la destinazione è con ogni probabilità Gandhi, Marthin Luther King, e prima di loro il filosofo americano Henry David Thoreau, i quali avevano teorizzato la necessità urgente di una forma di protesta nei confronti delle istituzioni politiche e sociali in generale che non fosse violenta. Manifestare le proprie idee in opposizione al potere non necessariamente deve (s)cadere nell'uso della forza, bensì può esprimersi liberamente con strumenti pacifici, ad esempio bloccando il traffico di una città semplicemente occupandone le strade. 


Un'affermata tradizione di pensiero che va appunto da Thoreau a Gandhi e Mandela, sostiene una visione della protesta non incentrata sullo scontro diretto, ma sull'uso della parola persuasiva, il dialogo e il confronto con l'Altro. Gli esiti non sono sempre felici, come i tristi episodi di uccisione insegnano, eppure abbiamo buone ragioni per pensare che non l'unica via ragionevole per l'ottenimento dei diritti essenziali delle minoranze e la critica di leggi o costumi profondamente ingiusti è quella della non-violenza, perché eticamente legittima, nonché utile come insegnamento per le giovani generazioni.   

L'articolo dell'Internazionale scritto da Candice Delmas tratta di una forma di protesta nata a Honk Kong, la quale si discosta proprio dai valori sostenuti da Gandhi & Co. Devono esserci dei motivi forti per spingere i cittadini di Honk Kong a manifestare ricorrendo anche alla violenza. Quali? La proposta è iniziata per contrastare una proposta di legge sull'estradizione verso la Cina continentale, presentata dall'esecutivo e poi ritirata. Al momento attuale la natura della protesta si è notevolmente ampliata. I manifestanti chiedono la liberazione degli attivisti, più libertà civili e una maggiore possibilità di influenzare le decisioni politiche dal basso, a partire dalla società civile. La domanda fondamentale è: date certe condizioni politiche, è possibile impostare una forma di protesta pacifica, esente da violenze? In linea di principio sì, anche se dipende ovviamente dgli atteggiamenti dell'altra parte, politica e forze dell'ordine prima di tutti. 

lunedì 10 febbraio 2020

Giorno 6 febbraio 2020, presentazione del docu-film "La pace fredda".


Giovedì 6 febbraio 2020 alla scoletta dei Calegheri a Venezia  è stato proiettato il docu-film "La pace fredda - E' davvero finita la guerra in Bosnia Erzegovina?", un documentario che raccoglie racconti di vita di alcuni sopravvissuti al conflitto balcanico che, come sappiamo, si è protratto per ben quattro anni. 
 Quattro anni di agonia e resistenza, e che immancabilmente ancora adesso rappresenta per i testimoni una ferita aperta e insanabile. L'evento, presidiato dall'associazione " Buongiorno Bosnia, dobardan Venecija", ha beneficiato della sorprendente presenza degli autori Luoca Leone e Andrea Cortesi che alla fine della proiezione si sono resi disponibili alla discussione aperta con i partecipanti all'incontro. 
 Una piacevole constatazione è data dal fatto che, sebbene la presentazione vertesse su precisi e circoscritti argomenti, ovvero quelli trattati all'interno del libro e del docu-film, non ci si è fossilizzati solo su questi. Il dialogo con la platea, infatti, è andato ben oltre spingendosi a cercare timidamente l'audacia di potere anche solo porre, agli autori, domande che nessuno mai pone ad alta voce,  forse perchè ritenute scomode o forse perchè è troppo difficile 
trovare una risposta a certe disumanità laddove una sola risposta
 non c'è e non può esistere. 

L'evento ha anche visto la partecipazione attiva dei volontari di servizio civile

 

venerdì 31 gennaio 2020

Cosa pensa del Servizio Civile chi fa il Servizio Civile? Una testimonianza.


Nell’ottobre del 2018 ho conseguito la Laurea Magistrale in Storia dell’Arte presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Durante il mio percorso di studi ho avuto la fortuna di svolgere diversi tirocini presso importanti istituti museali e grazie a queste esperienze ho maturato la convinzione che fosse proprio quello l’ambito nel quale avrei voluto lavorare. L’impresa si è rivelata  sin da subito abbastanza ardua. Spesso sentiamo dire che “la cultura potrebbe essere il motore economico di questo paese”, ma purtroppo altrettanto spesso questa vaga consapevolezza non si traduce in interventi reali. Infatti, il nostro patrimonio artistico e culturale ha un radicato valore identitario e per questa ragione va non solo conservato, ma anche promosso attivamente attraverso campagne di pubblicizzazione. Credo sia necessario stanziare più fondi e investirli su questo patrimonio e al tempo stesso favorire una sua riscoperta da parte dei cittadini. Acquisire una maggiore consapevolezza della ricchezza del nostro passato è uno dei modi privilegiati per avere un orizzonte mentale e culturale più aperto, determinante non solo nella lettura del presente, ma anche nell’approccio al futuro.


Il Comune di Venezia, in collaborazione con la Fondazione dei Musei Civici di Venezia, ha dato questa possibilità ai giovani, attraverso il progetto di Servizio Civile “Venezia e i suoi Musei”. Ho deciso di cogliere l’opportunità e ho individuato come sede il Museo Correr. A quasi un anno di distanza riconosco come punto di forza del mio progetto l’eterogeneità delle attività proposte. La possibilità di fare esperienza in diversi ambiti, tutti in riferimento naturalmente al nucleo del progetto, cioé la valorizazzione del patrimonio artistico del Correr, sicuramente uno dei musei italiani più importanti, è un'occasione da non perdere. Sono stata coinvolta dallo staff del Museo in diverse attività, tra le quali la partecipazione all’ordinario monitoraggio conservativo, l’implementazione della digitalizzazione del patrimonio artistico, l’elaborazione della documentazione necessaria per le operazioni di prestito e lo svolgimento di ricerche per rispondere alle richieste degli utenti esterni.

Una cosa è certa: durante la mia esperienza di Servizio Civile mi sono messa in gioco, scoprendo così nuove inclinazioni e punti deboli sui quali lavorare per migliorarmi. Aspetto ancor più decisivo dell’acquisizione di abilità professionali, è stata la possibilità di elaborare un mio individuale punto di vista critico, che sarà senza dubbio spendibile in ambito lavorativo, ma anche nella sfera delle relazioni personali quotidiane.

Giulia Paletti, operatrice volontaria di Servizio Civile presso il Museo Correr.